la storia del tè

La Storia del Tè

La pianta del tè appartiene alla famiglia della Camelia Sinensis, di origine cinese. Ed è proprio in Cina che le foglie di questo arbusto cominciano a essere utilizzate come base di una bevanda.

La leggenda narra che l’imperatore Chen Nung, detto il “Divino mietitore” per l’impulso dato all’agricoltura, era così ossessionato dall’igiene che non beveva altro che acqua bollita. Un giorno, nel 2737 a.C., mentre era seduto a riposare all’ombra di un albero di tè selvatico, un dolce venticello fece cadere alcune foglie all’interno dell’acqua messa a bollire che assunse una colorazione dorata. La curiosità assalì l’imperatore che assaggiò la bevanda e, dopo averla assaporata, si sentì travolto da un benessere e un’energia mai provate prima; decise così di approfondire la conoscenza della pianta che aveva prodotto quelle foglie dalle magiche proprietà, favorendone l’uso e coltivazione.

La prima menzione del tè in un testo scritto risale al III secolo a.C. ma è solo a partire dall’ottavo secolo d.C. che si può iniziare a parlare di “arte del tè” grazie anche al contributo di Lu Yu che scrisse il “Canone del tè” la prima monografia sul tè della storia. La diffusione continuò in Giappone, India e Sri Lanka fino a raggiungere, durante la dinastia Ming (1368-1644), l’occidente. Già a quell’epoca la bevanda veniva preparata come lo facciamo noi oggi, con una serie di infusioni e la consumazione in piccole tazze di ceramica.

Ogni cultura ha però fatto sua l’arte di preparare il tè: i giapponesi ne ha fatto una vera e propria cerimonia, i russi hanno introdotto la tecnica di infusione in grossi bollitori detti samovar mentre i britannici hanno proposto l’aggiunta del latte. In Cina e Giappone il tè è stato addirittura elevato a religione estetica, il Teismo: culto fondato sull’adorazione del bello che si contrappone alle miserie della vita quotidiana.

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